Il toponimo deriva dalla presenza di mulini settecenteschi per la macinazione di granaglie che testimoniano la ricchezza d’acqua di questa piccola valle che, da risorsa, a seguito del recente degrado del territorio, si è trasformata in una potenziale fonte di calamità. Qui troviamo una delle piante più importanti della ZSC IT1331615 “Monte Gazzo”: la Romulea ligustica (o zaferanetto ligure) che, altrove in Italia, cresce solo in Sardegna ed è presente poi in Corsica, Marocco e Tunisia. Nelle ridotte aree prative rimaste sono note tre specie di orchidee: la serapide lingua (Serapias lingua), la serapide brunastra (Spiranthes spiralis).
Purtroppo, questi ed altri importanti elementi di biodiversità sono qui a serio rischio a causa della presenza di specie esotiche invasive come la tradescanzia sudamericana (Tradescantia fuminensis),

la cespica karvinskiana (Erigeron karvinskianus) e l’albero delle farfalle (Buddleja davidii) che stanno già seriamente compromettendo gli habitat originari.
Nella parte bassa della valle troviamo giardini e coltivi gestiti in maniera tradizionale che meritano di essere conservati per tutelare l’habitat in cui cresce la romulea.
Nella parte più alta, sono presenti importanti ambienti ripari ad ontano e boschi di latifoglie misti.
Nel Rio Molinassi si riproduce il rospo comune (Bufo bufo) e vive la trota fario (Salmo trutta).
Importantissima è inoltre la presenza della falena Euplagia quadripunctaria, specie prioritaria ai sensi della Dir. 92/43/CE “Habitat”.

In foto: Zafferanetto ligure (Romulea ligustica) – Collezione privata

I numeri sulla mappa si riferiscono alla collocazione dei cartelli illustrativi dell’area